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Il volto nuovo della “Mappa dell’Intolleranza” ci mostra un Paese di utenti cattivi e carichi di rabbia che si accaniscono soprattutto contro migranti, ebrei, musulmani, e donne. Un “odiatore” su tre si scatena contro “lo straniero”.

Il cervello umano è fatto di due cervelli: uno arcaico localizzato nell’ippocampo che controlla tutte le emozioni e che non si evolve da tre milioni di anni e non differisce molto tra l’homo sapiens e i mammiferi inferiori. L’altro, quello cognitivo, molto più giovane, nato con il linguaggio, in 150.000 anni ha avuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura.

Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo, derivano dalla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. Bisognerebbe spiegare ai giovani la faccenda dei due cervelli poiché i giovani di oggi si illudono di essere pensanti. «Il linguaggio e la comunicazione danno loro l’illusione di stare ragionando. Ma il cervello arcaico, maligno, è anche molto astuto e maschera la propria azione dietro il linguaggio, mimando quella del cervello cognitivo».

Qual è la migliore cartina al tornasole del nostro linguaggio comune al giorno d’oggi se non i social? Cosa diciamo? Come ci esprimiamo?

L’Italia è profondamente cambiata in questi ultimi decenni, da quella attuale, poiché gli odiatori, che pur già esistevano, erano nascosti, protetti e resi forti dall’anonimato che appunto la Rete garantisce. Si accanivano soprattutto contro le donne e contro le persone omosessuali. Ora, invece, mette in mostra un Paese di hater cattivi e carichi di rabbia che si accaniscono soprattutto contro migranti, ebrei, musulmani, e contro le donne, tronfi e orgogliosi del proprio diritto di odiare, mutuati dal linguaggio comune della politica. Un “odiatore” su tre si scatena contro “lo straniero”. È interessante notare come l’antisemitismo, che era inesistente fino al 2017, oggi è uno dei protagonisti. Quasi il 60% dei tweet pone al centro la terna migranti/ ebrei/ musulmani. Tra questi, la percentuale di tweet che contengono un tasso di aggressività alto, anzi altissimo, è la stragrande maggioranza.

Solo la cultura, quindi un nuovo Umanesimo, pone l’uomo nella sua piena interezza che pensa con il cervello cognitivo, può riuscire a far cambiare la rotta e sconfiggere gli hater.

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