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L’innovazione nei social network è morta?

L’arrivo delle flotte su Twitter mette in evidenza ancora una volta la diffusa mancanza di immaginazione sui social network, in cui ognuno copia l’altro, al punto che gli utenti non hanno più nemmeno la certezza di sapere su quale si trovano.

Si dice che Evan Spiegel, Bobby Murphy e Reggie Brown, co-fondatori di Snapchat, abbiano fatto ben 31 tentativi negli anni di Stanford prima di lanciare l’azienda, a partire da un primo progetto chiamato Picaboo, che hanno ideato quando hanno visto un compagno di classe pentirsi di aver inviato una foto.

Non voglio fare congetture sul contenuto della foto o sul perché il mittente si sia pentito delle sue azioni, ma è probabilmente uno dei pochi casi in cui si sarebbe felici che un oggetto sparisse. Per non essere da meno, e dopo che la sua offerta di acquisto da 3 miliardi di dollari è stata respinta, Mark Zuckerberg ha deciso semplicemente di copiare Snapchat, provando ripetutamente fino a quando non è finalmente riuscito con Instagram Stories. Da allora, i dirigenti dei social media sembrano aver esaurito le idee. Sembrano invece applicare la massima che “chi ruba a un ladro è perdonato per 100 anni”, e stanno creando, se possiamo chiamarla creazione, caratteristiche non più solo simili, ma completamente identiche, senza alcuna traccia di vergogna: Microsoft le ha incorporate in LinkedIn, un esempio particolarmente egregio, e ora Twitter ne segue l’esempio, nello stesso punto dello schermo, con lo stesso aspetto e la stessa funzionalità non descrittiva. Ora, la più recente stupidità collettiva è quella di creare una di quelle storie insignificanti, per poi passare più tempo a caricarla su ogni social network una dopo l’altra che il tempo sprecato a crearla, in modo che possa scomparire 24 ore dopo. Fantastico.

Se qualcuno mi avesse detto qualche anno fa che avremmo passato il nostro tempo su queste noiose sciocchezze, non gli avrei creduto. Il risultato non è più solo un patetico riflesso di una totale mancanza di idee, ma la spiacevole sensazione di non sapere su quale applicazione o social network ci si trova. Un’ossessione per un formato, quello dei contenuti che scompaiono dopo un certo periodo di tempo.

Qual è il vantaggio di pubblicare un contenuto che scompare dopo poche ore? Per qualche motivo, tutti sono diventati ossessionati da questa banalità, da quell’estetica di qualche musica di sottofondo, note su una foto, movimenti coreografici.

Allora non ci vedevo alcun valore, e non lo vedo ancora, non importa quanti cloni continuino a essere generati. Alcuni possono essere più belli, più divertenti o più fantasiosi, ma sembrano comunque una completa perdita di tempo. Ancora non capisco il valore di far scomparire così rapidamente qualcosa che si è investito del tempo a creare. Sicuramente, ci deve essere qualcosa di più nei social network che non la semplice registrazione e condivisione di contenuti senza senso che vengono cancellati dopo poche ore. Ci deve essere qualcos’altro di valore, qualcosa di originale, qualcosa di interessante.

Qualcosa di più. È ora di reinventare i social network; è sempre più difficile distinguerli gli uni dagli altri. Quindi, vedrò se riesco a trovare una storia, la pubblicherò su Snapchat, su Instagram, su Facebook, su LinkedIn e su Twitter, e ve ne parlerò. Spero che la vediate prima che scompaia….

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